Don Lucio Nicoletto, Pasqua 2021

Don Lucio Nicoletto, Pasqua 2021

By In Missioni On 3 Aprile 2021


Don Lucio Nicoletto missionario di Ponso ma vicino anche alla nostra comunità è presente nel video diocesano al minuto 2:31

“Donna, perché piangi? Chi cerchi?” (Gv 20,15)

Amici e amiche carissimi: pace a voi!

Sono felice per l’opportunitá che mi é data di entrare nella vostra comunitá e nelle vostre case per portarvi l’annuncio di questa Pasqua che mai si ripete, ma sempre si rinnova! L’amore non é mai ripetitivo pur nella monotonia di giorni o situazioni. Credo che l’attuale contesto umano e sociale creato dalla pandemia abbia posto condizioni e opportunitá per ripensare tutta la nostra vita a tutti i livelli. Mai come in questo anno e mezzo abbiamo sentito forte il peso delle grida e del pianto di tanti di noi per aver sperimentato, molte volte sulla propria pelle, il tocco gelido del dolore e della morte. Il pianto di tutti noi é il pianto di Gesú stesso: “Perché mi hai abbandonato?”. Qui in Roraima, estremo nord del Brasile, negli ultimi mesi mi sono chiesto, ho gridato varie volte a Dio: “Svegliati, Signore, perché dormi?” (Sal 43,24). Non ti accorgi, Signore, del nostro dolore? Ti sei dimenticato di noi? Siamo piccoli, fragili e pieni di contraddizioni… “Non lasciarci, non abbandonarci, Dio, nostra salvezza” (Sal 26,9). Le situazioni di dolore e di ingiustizia si sono accavallate tra l’assenza volutamente architettata di un governo genocida, corrotto e oppressore e l’impotenza di un popolo che soffre ancora i morsi di un colonialismo mascherato di democrazia che crea divisioni e disuguglianze sociali e rende difficile coltivare la speranza che qualcosa di nuovo possa succedere.

“Le mie lacrime nell’otre tuo raccogli” (Sal 55,9) Lacrime. Tante lacrime. Ne ho raccolte e asciugate tante in questi giorni. Sono le lacrime di tutta l’umanitá che porta in sé i segni del momento che sta vivendo, della croce che sta portando sulle sue spalle… Sulle spalle dei bambini e degli adolescenti, degli anziani e dei malati che continuano ad essere abbandonati da tutti e da tutto, vittime di una cultura dello sfruttamento e dello scarto che usa le persone come pedine di un gioco infamante di morte. Sulle spalle delle donne sempre piú rese oggetto di commercio e sfruttamento sessuale in una societá sempre piú maschilista, manifestazione di rapporti storicamente ineguali tra uomini e donne che hanno portato al dominio e alla discriminazione contro le donne da parte degli uomini e costituisce un ostacolo al pieno progresso delle donne. Sulle spalle di tante persone vittime di migrazione forzata – qui da noi, nella fattispecie, venezuelani e haitiani soprattutto.

Le società economicamente più avanzate tendono, in mezzo a loro, verso un individualismo sempre piú esacerbato che, associato alla mentalità utilitaristica e moltiplicato dalla rete mediatica, genera la “globalizzazione dell’indifferenza”. In questo scenario migranti, rifugiati, sfollati e vittime della tratta di esseri umani appaiono come soggetti emblematici dell’esclusione, perché, oltre ai disagi inerenti alla loro condizione, finiscono spesso per essere soggetti a giudizi negativi che li considerano come la causa di mali sociali. L’atteggiamento nei loro confronti costituisce un campanello d’allarme che ci avverte del declino morale a cui andiamo incontro, se si continua a dare spazio alla cultura dello smaltimento visto che, in questo modo, ogni individuo che non rispetta i canoni del benessere fisico, psicologico e sociale è a rischio di emarginazione ed esclusione.

E ancora: sulle spalle dei popoli indigeni che continuano ad essere privati del diritto di vivere nelle loro terre, ricevute in ereditá dai loro antenati ed ora lasciati a se stessi mentre il governo, con una condotta sistemica omissiva continua a negare la pandemia e promuovere la guerra ai popoli indigeni. Il razzismo istituzionale è stato chiaramente visto nell’atteggiamento degli agenti pubblici che si sono rifiutati di servire gli indigeni che si trovano in terre in attesa di demarcazione, nelle aree rurali e nelle periferie della cittá di Boa Vista. La precarietà del sottosistema sanitario locale è crollata. Le invasioni delle terre indigene sono aumentate notevolmente, poiché i taglialegna e i minatori illegali non si sono per nulla preoccupati del pericolo che la loro attivitá predatoria costituisce per l’ambiente e per le persone, piante e animali che vi vivono.

E potremmo continuare ancora per molto: sulle spalle di quanti hanno perso il lavoro, la salute, la casa, i genitori, i figli in questo tempo di profonda crisi e si sentono abbandonati a se stessi…

Dentro al cuore di ogni donna e uomo che si sente abbandonato, fallito, senza piú alcun senso per la propria esistenza, c´é un Uomo che ha preso su di sé tutto ció, se lo é caricato sulle sue spalle e ci ha liberato da questo peso di morte, un peso e una “maledizione” che, come ci ricordava anni fá il grande vescovo don Tonino Bello, ha il tempo contato: “Da mezzogiorno alle tre del pomeriggio si fece buio su tutta la terra”. La morte, la sofferenza, l’ingiustizia hanno i minuti contati: oltre “alle tre del pomeriggio”, al di la del tempo della croce, non una fermata stabile, ma una sosta forzata, il tempo del dolore non ha piú diritto di permanenza nelle nostre vite, nella nostra storia! Per questo la fede nel Risorto lungi dall’essere una semplice consolazione emotivo- sentimentale, é la conferma di una forza d’amore che ci insegna e ci impegna a lottare sempre, al di lá di ogni sfida e soprattutto insieme perché la vita prevalga sempre, sopra tutto e sopra tutti!

L’incontro di Gesú con Maria Maddalena, la mattina del giorno di Pasqua, ha qualcosa di straordinario per la nostra fede e la nostra presenza di discepoli e discepole di Gesú nel mondo attuale. È il momento in cui, raggiunto il fondo, Maria Maddalena incontra la luce: “Donna, perché piangi?”

Umanitá calpestata nella tua dignitá, oppressa dalla paura di non farcela, privata dei tuoi sorrisi dalle prevaricazioni di chi vuole mantenerti schiava di un sistema oppressore e schiavizzante…: “Perché piangi?”

Abbi il coraggio, come Maria Maddalena, di accogliere il messaggio piú rivoluzionario di sempre, piú efficace che mai contro ogni tipo di minaccia di morte del cuore: il Signore della vita e della storia, che ha sconfitto definitivamente il dolore e la morte con il dono totale della sua vita donata per te, ha dichiarato per sempre il suo amore per te e ti chiede di lasciar entrare nel tuo cuore e nell’ordito della tua esistenza quotidiana la forza viva di questo amore per imparare a credere lottando e a lottare credendo che nessuno dei tuoi sogni di libertá di amore e di pace rimarrá frustrato.

Allora: non piagere, popolo di Dio! Puó essere che il tempo della croce che stiamo portando ci chieda ancora un po’ di pazienza… “Puó essere che la penna della storia sia per un po’ di tempo ancora in mano a Satana, ma il libro della vita é e rimarrá per sempre in mano a Dio! (don P. Mazzolari).

Questa é la vera Pasqua!

Un grande abbraccio e un saluto di cuore a tutti voi!

Don Lucio Nicoletto